Live 10/10/2016 Evento passato

Katatonia

Doors

18.30

Start

20.00

“The Fall Of Hearts” è il titolo del 10° album in studio di Katatonia, in uscita il 20 maggio prossimo su Peaceville Records. La band svedese, fra le prime del genere doom/gothic, poi intraprenderà un tour per promuovere il nuovo disco e la data italiana è prevista all’Alcatraz di Milano il 10 ottobre prossimo.

BIO
ormatasi nel 1991 durante il periodo di massimo splendore della scena death/black metal scandinava, la band di Stoccolma inizialmente attinge a piene mani dai conterranei Tiamat e dagli albionici Paradise Lost, due band ritenute fondamentali da molti amanti dei suoni metal più ossianici ed oscuri.

The Astral Sleep e Gothic rappresentano, dunque, le maggiori influenze riscontrabili in Jhva Elohim Meth .. The Revival, demo d’esordio del 1992, prodotto da Dan Swanö e successivamente dato alle stampe dalla olandese Vic Records (esiste una versione rarissima in vinile pubblicata nel 2000 dalla Hammerheart). A differenza delle band sopra menzionate, il duo composto da Jonas Renkse (Lord Seth) alla batteria e voce e Anders Nyström (Blackheim) si presenta con un’immagine ed un’attitudine fortemente influenzata dal Black metal (corpse painting sul viso, logo con pentacolo, croci rovesciate, foreste). Non a caso molte fanzine dell’epoca ribattezzano la loro proposta musicale come “black doom metal”. I presupposti per accettare questa definizione ci sono tutti. I Katatonia degli albori propongono una miscela sepolcrale di riff melodici in stile doom metal, voci molto più vicine allo scream che al growl e tempi di batteria estremamente lenti.

Alla fine del 1992, grazie ai buoni risultati ottenuti dalla demo, gli svedesi firmano un contratto con la No Fashion Records (storica label di Stoccolma famosa per aver pubblicato altri lavori death/black metal come The Somberlain dei Dissection e The Secrets of the Black Arts dei Dark Funeral), con la quale la band pubblica, l’anno successivo, il suo disco d’esordio: Dance of December Souls. L’album si muove nella stessa direzione del precedente: le canzoni sono lunghe, scarne, lentissime; le atmosfere disegnate dalla chitarra di Nyström sempre più plumbee e desolanti. In compenso l’attitudine e gli estetismi black metal sono fortemente ridimensionati a scapito di un’identità più marcatamente darkwave. Alcuni suoni di chitarra ed alcune linee di basso (suonate dal nuovo arrivato Guillaume Le Huche, all’epoca conosciuto come Israphel Wing) rimandano direttamente ai Cure, ai Sister of Mercy, agli Echo and the Bunnymen e soprattutto ai Fields of Nephilim.

Sono proprio le atmosfere più smaccatamente goth a farla da padrone in “Scarlet Heavens”, brano contenuto in uno split Lp a tiratura limitata edito dalla Misanthropy rec. che i Katatonia divisero nel 1994 con gli irlandesi Primordial. “Scarlet Heavens” rappresenta una parentesi isolata: voce pulita e forzata per somigliare ai timbri profondi di Carl McCoy e Andrew Eldritch, assenza completa di chitarre distorte.

Nello stesso anno i Katatonia passano dalla No fashion all’italiana Avantgarde Music di Roberto Mammarella, leader dei Monumentum. Prima release del nuovo deal è l’Ep For Funeral to Come, registrato nel settembre dello stesso anno presso gli Unisound Studios di Dan Swanö. Pur essendo un semplice EP, contenente tre brani, può essere considerato come uno dei lavori più significativi prodotti dalla band di Stoccolma, proprio perché suggella e conclude la prima fase della carriera dei Katatonia. Le melodie scarne del primo album acquistano complessità dando vita a suggestivi intrecci chitarristici, la batteria si fa più robusta con l’inserimento massiccio di partiture in doppia cassa, i riff di chitarra pulita ribadiscono ancora una volta l’influenza gothic-darkwave. “For Funeral To come” ottiene un insperato successo ed impone sempre di più la band nei circuiti underground estremi. Nonostante tutto, l’equilibrio tra Renkse e Nyström sembra rompersi subito dopo la registrazione di due brani (“Black Erotica” e “Love of the Swans”) per una compilation curata dalla Wrong Again Records.

Verso la metà del 1995 i Katatonia si prendono una pausa. Renkse forma gli October Tide e registra nel 1996 l’album Rain Without End, Blackheim invece si concentra sui suoi Diabolical Masquerade, sideproject black metal che esordisce, sempre nel 1996, con il cd Ravendusk in my Heart.

1996/2000: una carriera in ascesa

Diverse fanzine pubblicano notizie riguardanti un possibile scioglimento dei Katatonia, ma i pettegolezzi vengono messi a tacere dall’uscita a sorpresa di Brave Murder Day, secondo full-lenght della band svedese (un concept incentrato sul suicidio) pubblicato dall’Avantgarde Music nell’autunno del 1996. Renkse e Nyström, coadiuvati dall’inserimento di un secondo chitarrista, Fredrik Norrman (amico di vecchia data di Renkse, nonché chitarrista negli October Tide), ritornano con un album destinato a fare la storia del goth/death metal. Il sound della band si dimostra in parte rinnovato; i brani costruiti su solide e spartane basi di batteria in 4/4, risultano molto meno doom che in passato. Le chitarre, concepite sullo stile di Draconian Times dei Paradise Lost, ma molto più distorte e drammatiche, disegnano linee rette di enorme efficacia. L’uso della melodia è ridimensionato a scapito dell’inserimento di numerose dissonanze che rendono il sound della band cupo, oscuro e freddo.

Il disco vede la partecipazione straordinaria, in veste di guest-singer di Mikael Åkerfeldt degli Opeth che regala in questa occasione, a detta di molti, una delle sue performance canore più sofferte e riuscite. Renkse, invece, si concentra sulla batteria e si ritaglia un piccolo spazio in Day, unico brano acustico, dove esprime le sue qualità di cantante; il suo timbro incerto, a tratti sofferto, finalmente personale e libero da influenze esterne, diventerà l’elemento fondante degli album successivi.

Subito dopo l’uscita di Brave Murder Day, i Katatonia affrontano il primo tour europeo della loro carriera, come spalla agli In The Woods…. I concerti permettono agli svedesi di allargare notevolmente la loro audience e di sfondare il tetto delle 10 000 copie vendute.

Nell’agosto del 1997 esce il terzo Ep della band intitolato Sounds of Decay scritto e registrato di getto dopo la parentesi live europea. Musicalmente parlando il cd può essere considerato figlio del suo predecessore: stesse disarmonie, stessi muri di chitarre, batteria minimale, stacchi acustici dal sapore wave e la solita violentissima performance canora di Åkerfeldt. Rispetto a “Brave Murder Day” i suoni sono meno artificiali, specialmente per quanto riguarda la batteria. Non a caso si tratta del primo lavoro non registrato da Dan Swanö presso gli Unisound studios. “Sounds of Decay” si avvale, infatti, della produzione di Tomas Skogsberg, sound engineer di Entombed, Dismember ed Unleashed. Skogsberg, coadiuvato alla sala regia da Fred Estby (batterista dei Dismember) inventa per i Katatonia un sound grezzo e rabbioso che sottolinea ancora di più le atmosfere fredde e malinconiche create da Nyström e Norrman.

Nel 1998, preceduto dall’ep Saw You Drown in cui viene pubblicata per la prima volta su cd la rarissima “Scarlet Heavens”, viene dato alle stampe Discouraged Ones, terzo album per la band di Stoccolma. Con questo lavoro, uno dei più importanti ma anche (a detta di molti) uno dei meno compresi dall’audience metal, i Katatonia dimostrano apertamente di volersi lasciare alle spalle lo scomodo passato doom/death . Eliminano in maniera definitiva il growl, alleggeriscono il sound delle chitarre rendendolo più sporco e lo-fi e soprattutto rivoluzionano il songwriting proponendo 11 brani diretti e senza fronzoli, più facilmente identificabili nella così detta “forma canzone”.

Numerose ed evidenti le nuove influenze della band: dai Dinosaurs Jr ai Red House Painters, passando per Kent, Cure e Jeff Buckley. Le nuove sonorità si amalgamano con le vecchie creando passaggi sonori d’effetto e canzoni che sono rimaste nella memoria di molti fans, come, “Deadhouse” e “Relantion”, divenute veri e propri cavalli da battaglia della band.

Terminato il contratto con la Avantgarde Music, nel 1999, i Katatonia firmano con la major Peaceville records, la label inglese che ha sotto contratto alcune delle band più in vista del panorama death/black/doom metal mondiale come My Dying Bride, Darkthrone e Autopsy.

Il primo album, pubblicato nello stesso anno dall’etichetta albionica, è Tonight’s Decision. Il disco, nonostante la confezione grafica curata da Travis Smith, rappresenta un momento interlocutorio nella carriera dei Katatonia. La produzione, ancora una volta curata da Tomas Skogsberg presso i Sunlight Studios, sterza nuovamente verso sonorità metal. Le chitarre sono più aggressive e così anche i suoni di batteria. Musicalmente sembra rinnegare completamente l’album precedente: è violento, cupo, disarmonico. La reinterpretazione di “Nightmare by the Sea” di Jeff Buckley non basta a risollevare le sorti di un album, a detta di alcuni, poco ispirato e creato ad arte per non deludere l’audience metal. In ogni caso non mancano giudizi discordanti su questo prodotto che, a detta di altre frange di fans, risulta comunque una produzione ben riuscita.

2001/2009: il grande successo

Nell’aprile del 2000 i Katatonia entrano in studio per registrare il loro quinto album, Last Fair Deal Gone Down, il primo realizzato con l’ausilio del nuovo batterista Daniel Liljekvist (già con i metalcorer Subdive) e del nuovo bassista Mattias Norrman (fratello di Fredrik, nonché ex componente dei deathmetaller Dellamorte).

Il nuovo materiale, forte di una produzione finalmente degna di questo nome e di un notevole lavoro di squadra in fase di arrangiamento, consacra la band scandinava come una delle migliori realtà del metal melodico. Viene pubblicato dalla Peaceville nel marzo del 2001 e subito raccoglie consensi sia nella scena metal che in quella alternative. Alcuni mesi dopo la sua uscita viene seguito dai due singoli “Teargas” e “Tonight’s Music” che anticipano il lungo tour europeo di spalla agli Opeth.

Nel 2003 è la volta di Viva Emptiness, primo album da studio interamente prodotto dalla band che divide la critica: da molti è ritenuto il miglior album del decennio per i Katatonia, secondo altri è il meno solido. Attraverso brani di sicuro impatto come “Evidence”, “Criminals” e la ballad “Omerta”, il cd esprime suoni e scelte stilistiche diversi dai precedenti lavori. L’influenza del nu metal, come anche delle sue derivazioni più cerebrali (leggi Tool e A Perfect Circle), è certamente evidente e, a tratti, predomina sul classico sound del gruppo. I fans accolgono positivamente il disco che, infine, riscuote buoni risultati commerciali e permette al gruppo di partire per il primo tour europeo da headliner della loro carriera.

L’anno successivo esce un doppio gratest hits curato dalla Avantgarde Music intitolato Brave Yester Days. La raccolta, oltre ai brani storici, contiene anche “Untrue”, una vecchia traccia mai pubblicata. Nel 2005 anche la Century Media, etichetta che da più dieci anni distribuisce i Katatonia oltre oceano, fa uscire una compilation con i più grandi successi del gruppo, un triplo album (due cd e un DVD) dal nome The Black Session. Anche qui è presente una traccia inedita: “Wait outside”.

È del 2006 The Great Cold Distance, settimo album della band, anticipato dal singolo “My Twin” e corroborato da un’imponente campagna promozionale organizzata dalla Peaceville. L’album non raggiunge i livelli di “Last Fair Deal Gone down” ma risulta sostanzioso, di impatto e complessivamente ben riuscito, l’ultimo sforzo di Jonas Renkse & Co offre al pubblico 12 brani di metal malinconico coadiuvato dall’ottima produzione di Jens Bogren (Millencollin). L’album vende oltre 50 000 copie nei primi sei mesi successivi alla pubblicazione e permette ai Katatonia di imbarcarsi in due lunghi tour: il primo, quello europeo insieme ai Novembre; il secondo, negli Stati Uniti di spalla ai Moonspell.

Nel mese di novembre 2009 viene pubblicato “Night Is The New Day”: se il cerchio è la figura perfetta, questo album è l’adeguata chiusura di un circonferenza che la gothic metal band svedese ha cominciato a tracciare agli albori del decennio attraverso la pietra miliare ‘Last Fair Deal Gone Down”.

A dicembre 2009 i fratelli Norrman lasciano la band in modo amichevole per poter stare vicini alle loro famiglie. Nel successivo tour Europeo del 2010, troveremo al basso Niklas Sandin (da non confondere col chitarrista Niklas Sundin dei Dark Tranquillity)

 

Alcatraz Milano
Via Valtellina, 25, Milano (MI)
Come raggiungerci:
• MM3 Maciachini
• Passante Ferroviario Milano Lancetti
• Tram 3/4 Farini Stelvio
• Autobus 90/91/92/70 Farini Stelvio
• Auto Tangenziale Est, uscita Zara/Fulvio Testi.
Alcatraz è in Via Valtellina 25 a Milano

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